Mercoledì scorso lanciavo qualche domanda sul ruolo dell’umanità che tocca il nostro mondo pianeta. Robetta semplice. Forse banale. Ma, come amava ripetere la mia magnifica professoressa di filosofia al liceo, sono le domande che contano più delle risposte.
Umani. E poi? Cosa?
La narrazione dell’umano più qualcosa, dell’umano plus artificio e della realtà aumentata hanno trovato terreno fertile in tutti i campi dell’arte. Non si esime dal palesarsi nelle più disparate produzioni, esse siano mainstream o di nicchia.
Imperversa l’idea che il nostro copro e la nostra anima siano cosa sola. Binomio ancora riconosciuto invece? O siamo solo agglomerati di carbonio e varie?
Siamo cosa sola! E allora, col beneplacido degli agostino-nostalgici, facciamocene cosa vogliamo. Di questa carne e di queste ossa. Fino a che vogliamo. Senza limite alcuno.
Sky is the limit! Che poi, volendo, c’è sempre il Sole a bruciarci le ali e farci cadere, ma non ci pensiamo troppo!
Alla fine siamo solo umani. O no?
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