CHI SONO

Questo è il chi sono che stava nel mio vecchio sito, figo. Segue il chi sono dei giorni d’oggi…”

Inti Nilam nasce a Bangkok nel quartiere di San Salvario, il ventordici dell’anno domini 1869.
Fin dalla tenera età è attratto dall’intrattenimento, quello dal vivo.
Diventa così il più carismatico e seducente presentatore di tutta la provincia di Pisa.
Leggendarie le sue apparizioni all’interno della Corrida organizzata dalla Sagra del Coniglio di Parlascio.

Grazie al suo albero genealogico, figlio illegittimo del secondo cuginastro della terza amante di Clint Istvud e all’intelligenza prolissa più grande mai vista, riesce senza problemi a laurearsi in Regiologia Teatralosa.
Alla tenera età di quindici anni, superato lo scoglio della licenza media, decide di confrontarsi con la sua vocazione e mette in scena il suo primo spettacolo dal vivo.

La sala del centro sociale, tutta esaurita per la prima (e unica), lo ringrazia con un cachet di 30 euro, in modo che il giovane possa prendere le misure con il mercato in cui vessa il Paese dove si trova, l’Italia.
Deluso dalla poca determinazione della maggior parte dei suoi coetanei e arrabbiato con l’idea di non poter cambiare ceto sociale, parte in viaggio.
Vive in Messico, Spagna, Portogallo, Danimarca, Autogrill, Valle, Corsica, Pisa, Guatemala, Bruxelles e Torino. A Londra passa solo qualche notte ma si innamora di Edimburgo.

Preso dalla smania di dire la sua diventa direttore artistico di alcune cose, di un paio di rassegnucole e di un festival che apparirà al mondo nel 2013(?). Nel suo girovagare ha incontrato un paio di maestri, e basta.
Andrea Lanza e Philip Radice.
Quest’ultimi sono terrorizzati dalla possibilità che terzi inciampino in questo curriculum, vergognandosi in maniera evidente e comprensibile del loro allievo. Ultimamente fa delle robette con la banda dei Ceresoli. Ritardatario cronico e dormiglione (ok queste ultime due aggettivazioni sono cambiate, ora spacco il minuto).

“…eccolo che segue!”

Dopo aver visto la Scozia e il freddo che ci faceva torna, il vostro affezionatissimo, in Toscana.
Mette in onda una fattoria senza animali e un orto senza semi. Ricomincia a giocare a basket con una squadra amatoriale nello stesso pallone che lo aveva visto imparare a correre, qualche anno prima.
Ci si diverte e pensa che allenare e fare regie o direzioni artistiche o cose simili non è così diverso: bisogna studiare, parlare e convincere. Così parte per l’Australia

Laggiù non fa freddo per niente se uno è un attimo in grado di spostarsi e seguire i venti.
Però è tutto piatto e insomma va così.
Prende un biglietto di solo ritorno, così come ne aveva preso uno di sola andata, ed è subito vecchio continente.
Comincia ad allenare pallacanestro a Bolzano, squadre femminili. Poi maschili e poi arriva a Pesaro. Fa dei begli incontri e prende casa a Jesi dove continua, imperterrito, ad allenare. 

E a domandarsi per quanto tempo ancora, fortunatamente,
riuscirà a farsi pagare per fare cose che farebbe anche gratis.